Generalmente si dice un tuffo nel blu, colore rinfrescante e rigenerante! Ma un tuffo nel bianco è altrettanto importante, come ormai sapete, per me la pagina o il foglio bianco è fonte di infinite possibilità a casa ho i taccuini che posso sfogliare per trovare la pace. E a Vicenza si sta svolgendo anche una mostra che raccoglie i lavori dell’illustratrice Marina Marcolin.
Artista vicentina con un bel po’ di esperienze internazionali, fino al 15 novembre propone da Laboratorio 09 di Silvia Trevisan in Contrà Pedemuro San Biagio, la mostra Into the White.
Stampe acquarellate e non, taccuini, francobolli, il suo bellissimo libro con le illustrazioni tratte dal testo Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno, edito da Topipittori.
Il Laboratorio, in cui già si respira un mondo diverso, colorato e sognante si anima ancora di più. Avvicinandosi alle stampe ed agli altri lavori mi accosto ogni volta ad una storia diversa, ma è indubbiamente il mondo della natura, con le sue sfumature e i suoi cangiantismi che affascina l’artista. Anche il mondo ornitologico è pieno di spunti per l’illustratrice che realizza delle miniature su francobolli, un buon spunto per recuperare la memoria di un oggetto retrò. Oggetto che rischia di essere spedito nel dimenticatoio specie dalle nuove generazioni e fanno ritornare alla memoria lettere profumate da spedire alle persone care.
Il tratto sicuro di Marina si esprime anche nella raffigurazione delle persone, da una vecchietta tenera che nonostante la fatica della cannistra, come direi in calabrese, sopra la testa continua a lavorare alacremente e un timido sorriso si disegna sul suo volto. Bianco sì ma il nero che esce dal bianco è crudo e sembra rapirti. Di diverso sapore invece i tre personaggi da spiaggia che di godono il sole e il mare, non conosciamo la loro identità, ma capiamo come vivono o non vivono il momento di relax.
Ma quello che mi rapisce è un satellite solitamente color argento che in questa versione riplende del bianco della carta! Come non farlo entrare nella mia vita? Alla fine della mostra potrò sentirmi come Astolfo che si reca sulla luna a recuperare il senno di Orlando.