Sabato pomeriggio, in un maggio che ci apprestavamo a concludere e che ci ha regalato una primavera di pioggia, eccoci a sentire versi poetici.
Presso lo Spazio Der Ruf, in Contrà Porta Padova 89, incontro poetico con Marco Munaro, anche editore appassionato di poesia con la sua casa editrice Il Ponte del Sale. A introdurre il poeta, nello spazio che diventa sempre di più un luogo d’incontro tra arte e poesia, Maurizio Casagrande e Stefano Strazzabosco presentano la sua ultima raccolta di poesie Berenice.
Prima di passare alla lettura delle poesie, Maurizio Casagrande ripercorre le tappe e ci regala le sue impressioni sulla raccolta. Definita come il vertice di un cammino di qualità in cui il poeta riesce a lasciare i suoi autori ispiratori come Foscolo e Zanzotto. Legami che lo legavano come un cordone ombelicale ma da cui riesce ad emanciparsi dirigendosi verso altre fascinazioni, come l’avvicinamento ai dialetti che innervano la sua opera oppure la lezione dei Trovatori provenzale o avvicinando si di più alla nostra epoca a Rimbaud. In Berenice troviamo la pulizia della forma e un’operazione di scavo alla ricerca della forma pura. Ma costituisce anche un viaggio metaforico e simbolico che arriva a diventare concreto attraverso il superamento dei limiti. Spostamenti sfruttando i corsi d’acqua del Polesine, ma che arrivano lontano, in Oriente.
La parola passa a Marco Munaro che legge la premessa al lettore e spiegandoci da dove deriva la figura di Berenice. Prima una voce, cresciuta nella sua anima che diventa volto, assolutamente femminile e a cui da il nome di Berenice. Questa voce interna gli detta gli spazi culturali in cui andare ad attingere e sono gli stessi luoghi in cui questa figura è apparsa. Segue la lettura di un primo corpus di poesie.
La parola passa quindi a Stefano Strazzabosco, che ci fornisce il quadro in cui la figura mitica si muove. Berenice la sposa di Tolomeo, faraone ellenizzato, subito dopo le nozze il suo sposo partì per la guerra e Berenice donò la sua ciocca di capelli alla dea Afrodite per favorire la salvezza e la vittoria del marito. Infatti questi ritornò sano e salvo e vincitore, ma la ciocca donata sparì. Ricomparve in cielo come costellazione. La storia di Berenice venne inizialmente tramandata da Callimaco e successivamente da Catullo, ma anche Foscolo si appassionò alla vicenda! Quindi Foscolo ritorna! Ma anche da autori neoclassici come Alexander Pope e anche da Allan Poe! La Berenice di Munaro è una donna radioattiva, una raccolta particolarmente riuscita che fino a questo momento costituisce l’apice della sua poesia. Venendo a contatto con questi versi, ci dice sempre Strazzabosco, non si resta indifferenti, viene narrato l’amore come un canzoniere erotico e amoroso che circola e permea ogni parte del testo. Ma non per questo semplice, un amore pieno di ferite e di graffi, in cui troviamo esperienze estatiche della letizia e della gioia e un amore che regge ogni cosa!
La parola torna a Munaro che insiste sul punto del canzoniere, in cui effettivamente l’amore diventa la dimensione centrale della sua vita, in una composizione in cui sono dispiegate alternativamente luce ed ombra. Si indaga su una figura femminile ideale che alternativamente è bionda e mora, in un libro che è fiorito da solo dentro una selva di altri libri che ha amato.
Berenice è edito da Il Ponte del Sale 2014.


