Il momento del post lavoro è sacro! La gente è ben disposta a scoprire la città, soffermando lo sguardo a volte frettoloso sulle piccole meraviglie.
I portoni degli antichi palazzi poi hanno un fascino speciale, il nostro sguardo si avventura e arriva a posarsi sui chiavistelli che nascondono sempre un giardino, più o meno segreto.
La Sartoria Lara Cossér si trova in luogo così, speciale e segreto, prezioso ed intimo! Ed è per scoprire un luogo di lavoro spesso duro e meticoloso che si sono aperte le porte all’arte anzi, ad un altro tipo di arte! La sartoria nel passato era l’unico posto in cui si poteva trovare il riparo dalla nudità, e almeno una volta nella vita, anche chi proveniva da classi meno abbienti, ci entrava per il cappotto o il vestito buono!
La diffusione del prêt-a-porter ha fatto allontanare un pubblico abituato a considerare gli abiti necessari, disposti a prendersene cura. Ed ecco che improvvisamente solo un certo tipo di clientela può sognare di avere qualcosa di veramente unico!
Ma è vero anche che esistono sartorie e sartorie, da un lato quelle che riproducono i desideri del cliente di turno, accontandolo ma non dandogli un punto di vista professionale e pratico. Mentre altre sono sartorie che considerando l’abito e la persona stessa come un’opera d’arte, studiano soluzioni che accontentano il cliente ma lo aiutano ad orientarsi nel terreno delle stoffe, delle misure e anche dei nostri corpi! Lara è proprio così, genuina, una grande lavoratrice ed una creativa ma anche una tecnica! Conosce il corpo umano e ogni giorno tra sete, Jersey, cotone etc. compie anche un vero e proprio studio sociologico! Siamo come ci vestiamo? Un antico detto ci intima di stare attenti all’aspetto in quanto l’abito non fa il monaco! Allora forse vorremmo vestirci in maniera tale da sembrare!
Ospite fino alla fine del mese Annamaria Targher, con i suoi lavoro che ci portano direttamente nei pascoli del Trentino, creature beffarde e scansonate che attraverso il loro ruminare ci canzonano un pochino! Per realizzarli Annamaria ha “usurpato” le pagine patinate dei giornali di moda, strumento di studio e di aggiornamento delle tendenze da parte di Lara! Ma non mancano i tessuti, i fili che si sposano alla carta ed esplodono in colori! Le ninfee, che mi danno quasi la sensazioni di vedere avviluppate su stesse i bei nastri di raso della danza ritmica, sogno di bambina infranto!
Durante la serata di giovedì sera tra l’altro ho anche scoperto lo stretto legame che Lara ha con il suo spazio, all’interno di uno di quei palazzi che citavo all’inizio! Tentazione trattenuta quella di arrivare fino in fondo alla corte che possiede un cancello chiuso e che nasconde il giardino e l’approdo che consentiva alla famiglia di raggiungere Venezia comodamente. Palazzo Palladiano, ma non terminato, ma che nasconde nelle viscere testimonianze ben più antiche, così vicino al fiume era naturale che servisse a moltissime attività! Ed è Lara che lo racconta con amore sapendo di far rivivere quotidianamente un luogo di storia dell’architettura e della città stessa.
Un posto da scoprire, attraverso le creazioni di Lara ma anche attraverso l’ospite, che fino alla fine del mese troverete lì mediante le sue opere. Il prossimo chi potrebbe esserci?
Queste prime foto della galleria fotografica si riferiscono al momento dell’allestimento, le opere di Annamaria hanno trovato il loro posto sulle pareti.
Mentre queste si riferiscono a giovedì sera al momento dell’Aperitivo tra stoffe e…montagne.