Si è celebrato l’inverno da Der Ruf, lo spazio dell’Associazione Culturale Le Cinigie, che celbra per il quarto anno, l’inizio della stagione più fredda, fino ad adesso non abbiamo visto niente!
Si ripropone il binomio tra poesia e arte con la creazione di un libro d’artista intitolato proprio il Fiume. Il suggestivo spazio era colmo di gente nell’attesa di scoprire quello che i tre membri dell’Associazione hanno realizzato.
Al centro della scena una poltrona, la luce e un microfono, nel momento stabilito la luce si spegne e solo pochi oggetti sono al centro della nostra attenzione!
Arriva il poeta, Carlo Attilio Rossi, poeta solitario, che regala al folto pubblico una selezione di testi inediti, l’accento sulle varie temperie poetiche erano enfatizzate e modulate grazie agli effetti sonori di Paolo Villatore, artista musicale ma che si è dedicato alla fotografia e come autore di film d’arte! Durante le letture si susseguivano alle spalle del poeta e in una sorta di scatola dei ricordi, in cui scorrono le sue immagine che appaiono come delle ombre!
L’ultima poesia è quella che da il nome all’occasione di oggi, IL FIUME, tradotto in francese da Ivana Cenci, e stampate entrambe le versioni nel libro d’artista. Vi lascio alla poesie e poi alle foto!
IL FIUME
Il fiume ruba il silenzio ai musei del mondo
con i paesi lontani, l’eco del marmo, l’odore del legno
mormora perdite all’attesa dei miracoli che cura
gli abiti di chi è partito per sempre e li protegge.
Dov’è la pioggia così paziente, come i tetti
la sarta che cuce le ombre delle vie nere
e allé rive, ai ciuffi soffia lieve respiri
che la bellezza nutre per vincere l’odio… e la paura.
Raccoglie foglie che portano nomi il fiume
nomi e màrtiri, le vittime riflesse, gli specchi, lame…
nel labirinto di luce si confonde il dolore
l’acqua libera l’alfabeto e la pietra firma i testamenti.
Gli occhiali dei gorghi impastati di terra…
Ha gli occhi – punti dell’ultima poesia in tasca
il poeta ebreo che non dimentica nel sangue la volontà dell’acqua di pulire la memoria
per abboccare alla strategia del sole, migrare
dalla terra al cielo, dal cielo a valli morbide
come mani dell’offerta e della pietà, tepore
dal cielo alle case per riscaldare una minestra
che lascerà il fumo ai battelli e ai romanzi di avventura…
Allora partorirà il mare il fiume e avvolgerà
l’amplesso fraterno dei corpi perduti, amanti
della libertà che precede il pensiero e il piacere
sarà l’acqua che impasta farina filante, gialla
un pane offerto all’ospite avvolto da nuvole nere
una giornata ideale di primavera arsa
nel giardino che frigge e spinge i fuochi, le micce
dalle mani a sbocciare nella terra grassa
la sera che scivola sulla strada che taglia il cielo…
Un collettivo di artisti accompagna Blanche, fragile e audace viaggiatrice di carta, nel suo interminabile girovagare, dando voce ai luoghi che la ospitano attraverso una serie di eventi e una esclusiva collana di taccuini