E anche il terzo appuntamento di Ghisa Art Fusion è arrivato! Sembra incredibile ma siamo arrivati anche alla fine di questo ciclo di eventi che hanno visto Schio protagonista assoluta di una serie di iniziative rivolte alla scoperta degli spazi dell’Archeologia Industriale. Dopo il cuore dell’ex Lanificio Conte, ci troviamo allo Shed, che si può raggiungere dalla centralissima via Pasubio.
L’altra metà del cielo è piena di femminilità, e questa data cade nel giorno prima del culmine delle iniziative per sensibilizzare la comunità internazionale sul problema della violenza sulle donne. Utilizzando una frase di un film, niente di forbito, ma questa serie di scatti, contengono al loro interno variegati mondi e modi di essere.
Eccole lì, le tre MG girls, in piena forma che ci salutano per questo ultimo appuntamento, a prendere la parola Petra Cason!
Sono le fotografie di Andrea Garzotto, fotografo e architetto, che con queste immagini entra nell’intimità delle donne, nel loro nido ponendole davanti all’obiettivo! E se da un lato la protezione delle mura domestiche tranquillizza le nostre protagoniste, credo che sia comunque difficile se consideriamo la casa lo specchio della nostra anima! Lo scudo che molte usano sono le mani, che le aiutano a creare una piccola separazione con il resto del mondo che le osserva. C’è la semplicità di raccontarsi attraverso gli occhi, forse un piccolo imbarazzo nel sentirsi magari per la prima volta osservata, come se la fotografia potesse carpirle un’anima o qualche segreto che ha lasciato inaccessibile a molti. La bellezza della contemplazione di una giovane e bella ragazza, immortalata in un momento di attesa e di riflessione. La profondità dello sguardo delle donne che negli occhi hanno tutto l’universo. E poi la tenerezza, derivata subito dalla mia sorpresa, quella di trovare di fronte l’immagine di una donna forte che conosco, e nei cui occhi, così profondi e penetranti, certe volte per me imbarazzanti, si scorgono dei pensieri teneri. Altre donne affondano nella solitudine di un divano, pronto ad accogliere una tribù di persone. Ma anche le future donne, che si fanno baciare dal sole, che sembra donargli la giusta clorofilla per crescere. La bellezza della maturità, o ancora il sole che questa volta bacia una donna, giovane ma consapevole del suo essere, visto che il sole bacia le belle. Dedico a tutte loro la seguente frase di William Shakespeare…
Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo
Il momento performativo invece è a cura de L’officina della danza, le cinque interpreti hanno incarnato le età della donna, dall’infanzia alla vecchiaia. Comincia la ballerina che incarna la fanciullezza che si diverte a far volare il simbolo pieno dell’infanzia, il palloncino! Il rosso accompagnava le nostre protagoniste in tutte le delicate fasi della vita, il colore del già menzionato palloncino, il rosso della mela, simbolo per eccellenza della perdita dell’innocenza, il rosso che è segnato sulle gambe con la consapevolezza di avere un corpo che può essere amato, l’amore simboleggiato dai fogli, disposti in maniera da scandire il tempo, infine il tempo della maturità e della vecchiaia, in cui certe donne si inaspriscono, in cui vince la collera per poi essere sole! Una performance che ha unito il fantastico e la realtà, in un filo rosso che ha unito le protagoniste fino alla fine, in un ritmo pieno di emozioni.
Alla fine a scandire il nostro tempo in mostra e la visione delle fotografie, la dj Lady Gisa!
Ringraziamo quindi le nostre ospite per averci accompagnato in questo viaggio nei luoghi non più dimenticati e per farci passare pomeriggi tra arte, musica vecchi e nuovi amici! Il Comune di Schio, per le iniziative sempre numerose! A presto seguendo altre iniziative!

Ma io a Schio mica ho finito…al prossimo post!