E’ questa una delle figure che Giuseppe Ayala evoca durante la sua bella visita a Vicenza. L’appuntamento è per le 19 circa in Piazza dei Signori dove, dopo una breve presentazione del sindaco, l’ex magistrato fa un resoconto non solo di vent’anni di assenza di due figure fondamentali della magistratura italiana…ma di più un bilancio amaro di un Paese bello e maledetto, all’interno di una crisi che difficilmente vedrà un termine se non cambia la mentalità. ma andiamo per ordine! La piazza era pienamente partecipe dell’incontro il numeroso pubblico non ha trovato il posto a sedere ma per fortuna graziati da una brezza strana per luglio…ma decisamente provvidenziale. Comincia l’incontro, con Massimo Pecori e un giornalista del Giornale di Vicenza…scusate mi sfugge il nome…esperto in materie giuridiche e che nell’occasione odierna sostituisce l’originario moderatore.
Ayala ci parla inizialmente del significato di ricordo… e le sue parole ci trasportano alle “coincidenze” del biennio parlamentare del 92 – 94, ma soprattutto nel ricordo non di due eroi ma due umani, uomini e martiri di un sistema fino ad allora intoccabile. E un’avventura giuridica ma anche umana che ne ha trasformato i protagonisti. Un Pool fermato da persone che non avevano interesse a farla andare fino in fondo e che era partito da una intuizione di Falcone. Il ricordo, che nella mente di Ayala è complesso e stratificato.
Servire le istituzione senza riserva. Ma questo di oggi è stato un incontro anche per ricordare gli uomini e non solo i professionisti, due umani che erano complementari nella loro diversità. Da una parte Giovanni Falcone, un uomo dotato di self-control, molto misurato ma dotato altresì di un’ironia che Ayala definisce demenziale e che trovava spazio nei giovani, come negli stessi figli del protagonista di questo pomeriggio. Paolo Borsellino, un vulcano dotato di schiettezza e di ironia, facile alle amicizie.
Ci si chiede, quale lezione dovrebbero darci delle persone così….un senso del dovere e dell’onestà spiccatissimo, che ha fatto arrivare i nostri protagonisti verso l’inevitabile ultimo sacrificio. Ma ce lo conferma il magistrato, all’epoca non si immaginava dove si sarebbe arrivati, il primo brusco risveglio è stato nel 1983, con l’uccisione del magistrato Rocco Chinnici, il diretto superiore di Falcone e Borsellino, con la sua morte viene a mancare per tutto il pool un importante punto di riferimento, perché l’intero gruppo antimafia, condivideva dalle vittorie alle sconfitte. Dopo il sacrificio degli amici Falcone e Borsellino lo stesso Ayala vive nell’incubo, blindato per 19 anni.
Dopo ricordi simpatici e momenti rilassati in cui il magistrato è come se si trovasse all’interno di un salotto di amici, tanto che ha in bisogno di accendere una sigaretta…la domanda forse più inutile…ovvero se nel panorama italiano di oggi esistono dei nuovi Falcone e Borsellino. La risposta naturale è no, anche se ammette l’esistenza di bravi magistrati che cercano di portare avanti il modello…
Il discorso è finito inevitabilmente sulla politica italiana, l’amara considerazione di Ayala è che siamo messi male, nel suo accento palermitano che mi fa venire voglia del sole del mio sud….riesco a perdonargli anche questa mancanza di fiducia, ma che rappresenta un dato di fatto molto amaro.
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La presentazione del Sindaco |
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Giuseppe Ayala mentre ascolta una domanda |
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Momenti dell’incontro con ogni tanto una pausa sigaretta |
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